LO STRATAGEMMA


I testi dei seguenti post sono passi ricopiati ed in parte libere rielaborazioni, tratti dal libro del Prof. Giorgio Nardone:“CAVALCARE LA PROPRIA TIGRE” Ed. Ponte alle Grazie.

In questo libro il Prof. Giorgio Nardone  ha sapientemente sintetizzato in 13 stratagemmi principali gli oltre 70 stratagemmi della tradizione marziale orientale (che in parte erano giunti a noi nel libro “36 Stratagemmi”).

L’intenzione di questa esposizione è quella dell’umile tributo all’opera Prof. Giorgio Nardone e alla diffusione dei principi alla base delle Tecniche di Problem Solving Strategico e Dialogo Strategico, vere e proprie tecnologie utilizzate negli interventi di Consulenza Breve Strategica.


 
L’arte dello stratagemma appartiene alle cose viventi: basta osservare gli animali e le piante per cogliere molteplici strategie di sopravvivenza e stratagemmi di difesa e di attacco.
L’uomo , grazie alla sua intelligenza, ha solo migliorato quello che la natura gli mette continuamente sotto gli occhi.
Parlare di stratagemmi che possono ottenere il massimo effetto con il minimo sforzo non è assolutamente un esercizio intellettuale; l’intelligenza e la creatività applicate alla gestione strategica della vita fanno parte di quella saggezza che da sempre guida gli esseri umani nel raggiungimento dei propri scopi, nel superamento dei propri limiti e nel miglioramento delle proprie capacità.

LA DEA DELL’ASTUZIA  METIS  - ESEMPI di  STRATAGEMMI

Metis era la divinità greca che rappresentava l’astuzia, la sagacia e la capacità di inventare stratagemmi per ottenere il massimo con il minimo sforzo.
Era l’ispiratrice dell’arte di navigare, della caccia e la pesca, della costruzione delle armi e delle strategie della guerra e anche della negoziazione politica e della seduzione.
 
L’arte della Metis ispirò Alessandro Magno che condusse alla vittoria il suo esercito, numericamente cinque volte inferiore a quello persiano, grazie all’astuzia e alla audacia di condottiero. Per “costringere” i suoi soldati ad azioni eroiche fece bruciare le proprie navi, così le truppe, se avessero voluto tornare a casa avrebbero dovuto conquistare quelle del nemico. Mettendo i propri soldati in una situazione senza ritorno-diremo anche in trappola - riuscì a conseguire vittorie strepitose ( questo stratagemma nella tradizione cinese del libro “36 stratagemmi” rientrerebbe nel caso del “Far salire il nemico in soffitta e togliere la scala” che vedremo in seguito).
 
Plutarco narra che l’antica città di Mileto si trovò ad affrontare un fenomeno strano e spaventoso: giovani e belle fanciulle si suicidavano, come spinte da una forza oscura. Chi si gettava da una rupe, chi si impiccava o trafiggeva il cuore con una lama: sembrava che un’aria avvelenata inducesse le giovani donne della città a compiere questi atti contro se stesse. A nulla erano valsi gli sforzi delle famiglie e i discorsi,  le minacce. Il governo della città chiese consigli ad un vecchio saggio che viveva eremita tra le colline. Questi diede una indicazione sorprendente: << Emettete un editto in cui si comunica che da un ora in avanti il corpo di ogni donna suicida sarà esposto nudo fino alla putrefazione nella piazza del mercato >> . I suicidi cessarono immediatamente, lo stratagemma aveva avuto successo. Aver spostato l’attenzione delle aspiranti suicide dal desiderio di morire all’immagine del proprio corpo esposto pubblicamente sino alla putrefazione aveva prodotto il “magico” effetto di inibire il loro impulso malsano.


“L’arte della Metis” continuò a prosperare come filosofia pragmatica fino alla nascita dell’Impero Romano, per essere soppiantata dall’”assoluta verità” della filosofia platonica, nella quale fede religiosa e scienza si sovrappongono l’una all’altra sacrificando la saggezza al dogma.
 

La grande biblioteca di Alessandria di Egitto dove erano custodite le conoscenze dei popoli e delle tradizioni più diverse, un tesoro di sapienza senza rigide ortodossie, fu data alle fiamme dai cristiani, che la ritenevano sacrilega.
 

"L’intelligenza strategica e la saggezza non possono essere schiave di nessun potere assoluto" (G. Nardone)
 

SOLCARE IL MARE ALL'INSAPUTA DEL CIELO

 
 


Dall'oriente è giunto fino a noi (grazie al prof. Giorgio Nardone) un antico libro cinese di raccolte di stratagemmi: "36 Stratagemmi", salvato e custodito da monaci shaolin durante la rivoluzione culturale di Mao.
Questo libro rappresenta ancor oggi l'essenza del pensiero strategico.
Solcare il mare all'insaluta del cielo è il primo stratagemma e descrive la capacità strategica di fare qualcosa che sortisce evidenti effetti senza che la nostra azione venga notata, permettendoci di evitare le resistenze al cambiamento che vogliamo innescare.
Nel campo della comunicazione ciò avviene quando si guida l'interlocutore a prestare attenzione ad aspetti irrilevanti delle nostre argomentazioni-presentate però come fondamentali-o a indicazioni che lo costringano a concentrarsi su certi dettagli, mentre lo convinciamo a ciò che è importante proponendolo come marginale.

Questo stratagemma risulta indicato per tutte quelle situazioni nelle quali affrontare direttamente l'ostacolo che si interpone tra noi e il nostro scopo risulta inefficace, pericoloso oppure eccessivamente dispendioso.
Solo dopo che l'effetto è stato sortito, lo stratagemma si rende esplicito.
Non vedere più a forza di guardare, non stupirsi più di quanto si ha sotto gli occhi, oppure essere convinti di vedere troppo bene: questo è il limite e il difetto in cui l'essere umano cadee di cui approfitta lo stratagemma del Solcare il mare all'insaputa del cielo.

Applicare questo stratagemma a se stessi è decisamente più funanbolico, poichè non è possibile distrarsi distrarsi volontariamente. Anzi più cerco di non pensare ad una cosa e più la penso: pensare di non pensare è pensare. Ad esempio, se un fumatore si impone di ridurre volontariamente il consumo giornaliero di sigarette il più delle volte fallisce miseramente. Ma se invece cerca di comprendere quali delle sigarette fumate, sono quelle davvero fumate con piacere durante la giornata e si impone di godersele pienamente rinunciando alle altre non altrettanto gustose, riuscirà senza fatica a ridurre a 5-6 sigarette al giorno il consumo.
L'attenzione qui è orientata più al piacere che alla rinuncia, permette di autoingannarsi producendo ciò che sarebbe stato impossibile attraverso uno sforzo di volontà.


"Le suggestioni indirette funzionano meglio di quelle dirette"(1930, Milton Erickson).

 


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